Fabrizia Capurso – Psicologa Psicoterapeuta

Psicologia e Psicoterapia Cognitiva – EMDR

Black Friday e shopping compulsivo

Col Black Friday ritorna un nuovo appuntamento con lo shopping e tra i tanti, il verbo più coniugato del momento è “comprare”. Le varie promozioni, associate nell’immaginario collettivo ad una sorta di premio, aumentano le probabilità di acquisto d’impulso.

Acquisti per impulso o necessità

Il comportamento di acquisto che segue quasi un impulso, ha a che vedere con la gratificazione personale. I saldi consentono di imboccare delle scorciatoie mentali per arrivare in maniera più rapida alla decisione. Si sa che “se è scontato conviene” o “se è molto richiesto è valido”. Ma le decisioni si prendono anche in base alle emozioni del momento, o ad elementi di circostanza, come la fila di persone fuori dal negozio, l’allestimento e la musica di sottofondo. Si acquista anche per necessità ed in questo caso si mette in campo una strategia basata sul controllo. Le indagini di mercato che prevedono la ricerca in vari punti vendita, col confronto e l’analisi delle alternative, hanno la finalità di raggiungere l’obiettivo di successo, l’acquisto di un qualcosa con le migliori caratteristiche possibili. La soddisfazione data dal senso di competenza e abilità è durevole.

Aggiungi al carrello

Il web, luogo virtuale di scambi commerciali, ha portato numerosi benefici per il mercato. I prodotti possono essere acquistati in modo sicuro. Non è necessario recarsi fisicamente nel punto vendita, con la possibilità di ottimizzare i tempi e spesso rimediare alle scelte sbagliate. Le insidie sono rappresentate dai siti fraudolenti, che non sempre tutelano il consumatore, ma sono anche legate alla natura stessa dello shopping online. Chi soffre la compulsione di fare shopping è più esposto al rischio di sviluppare una vera e propria dipendenza. Il lasso di tempo che intercorre tra l’ordine effettuato su internet e la consegna, le emozioni di adrenalina, felicità e trepidante attesa sono le stesse che si potrebbero provare prima dell’assunzione di una droga. La transazione stessa appare meno visibile. Quasi nulla in confronto al pacco che viene recapitato a casa, che assume quasi la forma di un regalo da scartare, appagante per l’attesa esperita.

Shopping compulsivo

L’acquisto per compulsione è un comportamento di evitamento, che ha lo scopo di ridurre un’ansia o un disagio. Può camuffare emozioni spiacevoli o temute, sensazioni di solitudine o bassa autostima. Il comprare diventa un’azione fine a se stessa. Perde la propria valenza e una cosa vale l’altra per spegnere la tensione interna all’acquisto. Non si riesce a sentire nient’altro che il bisogno compulsivo di impegnarsi in un’attività che distolga l’attenzione. Ogni nuovo acquisto crea un impeto di felicità. Cessato l’effetto fugace, c’è bisogno di una nuova soluzione. Il dolore ritorna ancora più forte. Esattamente come succede abusando di alcol o droghe, con le abbuffate o il gioco d’azzardo. Si crea un circolo vizioso in cui un sentimento negativo associato all’autocritica chiama un altro acquisto impulsivo. Vengono continuamente progettati nuovi acquisti e consultati cataloghi e siti. Nonostante i problemi personali, finanziari e relazionali.

Il dolore finisce dentro armadi pieni di vestiti. Esattamente come è nascosto dai segni sul corpo di una vita sregolata o dal gioco con cui ci si gioca tutto. Conviverci per un po’ porta probabilmente a comprenderlo. Soffocarlo con azioni concrete gli permetterà di crescere giorno dopo giorno, più affamato e cattivo perché è rimasto inascoltato quando ha cercato di parlare attraverso la tristezza. Lo shopping compulsivo appare quindi un tentativo di regolare il rapporto con se stessi e la realtà circostante. L’acquisto lontano da simili dinamiche, entro sani livelli, è piacevole e una necessità nella vita, ma prima di aprire il portafoglio bisognerebbe essere consapevoli dei propri stati interni, emozionali. Solo quando si è disposti a conoscersi e conoscere realmente quello di cui si ha bisogno si è in grado di affrontare, in modo maturo, una vasta gamma di emozioni, senza la necessità di camuffarle con lo shopping compulsivo per sentirsi bene.

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    Freud sosteneva che la fuga è lo strumento più sicuro per diventare prigionieri di ciò che si vuole evitare. Quando si cerca di sfuggire a un problema, a un'emozione o a una verità scomoda, si rischia di rimanere intrappolati in un ciclo di negazione che rafforza quel "mostro". Evitare il disagio sembra che protegga, almeno fino a quando non si realizza che ci si protegge anche dalla vita. Evitare una conversazione difficile può sembrare facile, finché la distanza diventa irreversibile. Ignorare i propri sentimenti può sembrare sicuro, finché il peso non diventa insostenibile. Fuggire dalla paura può sembrare una protezione, finché non ci si accorge che si è sfuggiti dalle opportunità. Il dolore che si evita non scompare. Nella migliore delle ipotesi si accontenterà di un angolo della mente, plasmando i pensieri, le attitudini e persino le relazioni. Elaborarlo permette di imparare e andare avanti, più leggeri e più forti. Fuggire è il modo per rimanere nello stesso posto; affrontare fa progredire.- Dott.ssa Fabrizia Capurso ... See MoreSee Less
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